Ecco una delle eccellenze Italiane che fra poco probabilmente perderemo a maggior vantaggio di altri paesi che, non da ora e non solo per i formaggi, si fregiano di prodotti "presi in prestito" dalla nostra millenaria cultura!
Alla
caccia dell'araba fenice dei formaggi d'alpeggio
La strada
che da Moncenisio porta ai duemila metri del Colle e scende in Francia nel
Parco nazionale della Vanoise è stata riaperta soltanto da poche settimane,
dopo le grandi nevicate dell’inverno. Perciò quest’anno i malgari che da secoli
producono un formaggio d’alpeggio così raro da essersene quasi perse le tracce,
sono saliti da poco sull’altopiano attorno al Lac du Mont Cenis, a una ventina
di chilometri da Susa. Con il primo latte produrranno tome del diametro di
25-35 cm e del peso da 5 a 10 chilogrammi: utilizzano latte vaccino, a volte
con una piccola percentuale (pare, del 10% al massimo) di latte ovino. Dopo la
cagliata, secondo un rito antico e segreto, parte una lavorazione a latte crudo
simile a quella del Castelmagno, a pasta rotta. Occorre infatti una base acida
per far nascere il «penicillo», cioè la muffa tipo Gorgonzola. La quale si
sviluppa non con una banale siringatura di bacilli, bensì con attenta
solleticazione di aghi in rame del casaro che buca la crosta delle forme.Le
tome dovranno passare altri mesi in malga, fino a settembre, perché il rito si
compia e si sviluppi la tipica erborinatura bluastra all’interno della pasta
paglierina e compatta, così da offrire al palato un sapore forte, intenso, con
note di stalla e di penicillo. Un cacio che fa pensare a una frase dello
scrittore irlandese James Joyce, secondo il quale il formaggio è «il cadavere
del latte»: latte morto e batteri vivi. Ma come si chiama quest’araba fenice
dei gourmet? Persino sul nome mancano le certezze. Infatti con il termine più
noto, Blu di Moncenisio, possono offrirvi un normale erborinato prodotto in
caseificio , denominato anche Bleu de Bonneval -; c’è anche un’onesta Toma Blu
Savoiarda di produzione artigianale ; o ancora l’introvabile Murianengo
dell’Alta Val Susa, che un tempo si faceva presso la Stazione Sperimentale di
Sauze d’Oulx. Dopo che la Regione Piemonte l’ha acquisita, con 100 ettari di
pascoli, è quasi abbandonata: vi resiste il malgaro Giuseppe Contestabile con
la moglie Anna e produce tome, taleggi, yogurt a latte crudo . «Il Murianeng
prende il nome dalla Maurienne, la valle oltre il Colle del Moncenisio - spiega
Contestabile -: è un formaggio che richiede troppo lavoro e ormai ne produco
poche forme per la mia famiglia...».Ci sono ancora speranze di poter gustare
questo Sacro Graal della caseificazione? Sì. Dagli affinatori come Stefano
Parola, che lo va a scovare ogni anno e lo porta nella sua Casa del Parmigiano
di Saluzzo , o come i fratelli Borgiattino di Torino Indirizzi utili. E lo si
troverà nella Gran Sala dei formaggi che Slow Food allestisce per Cheese,
quando Bra diventerà un mercato delle forme del latte, dal 18 al 21 settembre.
Pare inoltre che un piccolo caseificio di Lanslebourg lo produrrà entro
settembre. Conclude sconsolato il sindaco di Moncenisio (41 abitanti, 11 dei
quali tutto l’anno), il cantoniere Vittorio Perottino: «Il Blu? Ormai lo fanno
soltanto in Francia, purtroppo. Noi produciamo delle tome, ma non si utilizza
più l’antica tecnica per l’erborinatura». Diceva Charles De Gaulle (1962):
«Come si può governare un Paese che ha 246 varietà differenti di formaggio?».
In realtà, i francesi sanno difendere i loro caci. Noi, no. ---- - Coopeérative
Latière Haute Maurienne Vanoise, a Lanslebourg Mont Cenis, in Francia (tel.
0033 4 79059279)- La Musette du Berger, Lanslebourg Mont Cenis, in Francia, tel
0033 4 79058344- Azienda agricola Corbusier, Maria Cristina Robba, Frazione San
Pietro, Novalesa (To) Tel. 335 7883741- Stazione Sperimentale di Sauze d’Oulx,
Giuseppe Contestabile (To) Tel. 0122 858060
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