Ingredienti:
450 gr. di farina 0
1 cucchiaino di miele millefiori
15 gr. di lievito fresco di birra
4 cipolle rosse medie
300 gr. di Crescenza
2 cucchiai di olive taggiasche denocciolate
di Paolo Cassini
Qualche rametto di timo
Qualche rametto di rosmarino
Olio extravergine di oliva taggiasca di
Paolo Cassini
Sale
Pepe
Vino:
“Soffio” dell’Azienda Agricola “Il Calamaio”
Per prima
cosa si puliscono le cipolle e si tagliano a spicchietti, si mettono dentro un
tegamino antiaderente con 3 o 4 cucchiai di olio, un decilitro abbondante di
acqua e si lascia stufare per circa otto minuti a fuoco dolce (o comunque sino
a quando l’acqua non si è asciugata evitando di farle friggere nell’olio), aggiungendo
un rametto di timo ed uno di rosmarino.
Impastare 50
gr. di farina con 50 gr. di acqua e 5 gr. di lievito (poolish), mettere in un
recipiente di vetro, chiudere con pellicola alimentare e lasciare lievitare per
una notte intera. Il mattino dopo mescolare il poolish alla farina restante
aggiungendo il lievito rimasto sbriciolandolo con le mani, 180 gr. di acqua ed
impastate bene il tutto. Mettete in un contenitore, coprite e lasciate
lievitare per un’ora. Trascorso detto tempo prendete l’impasto, infarinatelo
leggermente e stendetelo sul piano di lavoro, anch’esso infarinato, ad uno
spessore di circa mezzo centimetro. Con un tagliapasta di circa 8 cm. di diametro
ritagliate le focaccine (potete inserirle anche in stampini che le contengano
di misura). Coprite e lasciate nuovamente lievitare per 40 minuti circa, dopo
di che schiacciate leggermente al centro ogni focaccina con le dita e ponete al
centro la robiola a temperatura ambiente, le cipolle e le olive aggiungendo qualche
fogliolina di timo e di rosmarino. Mettete in forno preriscaldato alla
temperatura di circa 200° e fate cuocere per 10/11 minuti.
Sfornate e
servite con un calice di “Soffio” dell’Azienda Agricola “Il Calamaio”.
DUE PAROLE SU QUESTE DUE FANTASTICHE
REALTA’ ITALIANE
Per queste
feste di Pasqua, abbiamo avuto il piacere di degustare i prodotti di queste due
fantastiche realtà Italiane anche loro vanto e l'orgoglio del nostro paese ed
alle quali abbiamo dedicato la nostra ricetta
I vini
dell' Azienda Agricola Il Calamaio (http://www.ilcalamaiovini.it)
e l'olio
dell' Azienda Agricola Paolo Cassini (http://www.oliocassini.it/
Per quanto
riguarda i vini, particolare attenzione meritano, a mio avviso, il Sangiovese
in purezza "Poiana" che ha governato eccellentemente il non semplice
"Abbacchio al forno con vino, aceto balsamico, concentrato di pomodoro e
zucchero di canna" ed il "Soffio", vino bianco di struttura
(Chardonnay in gran parte, Petite Arvine, Petit Manseng) che dirige
supremamente l'orchestra di antipasti a base di crostacei, come i salumi nostrani, quali soppressata, prosciutto di
Parma stagionato, lonzino e corallina e dei formaggi tanto classici quanto non
semplici come la Toma di Gressoney, La Fontina Aosta d'alpeggio, Robiola di
Roccaverano
Si vuole,
quindi, dar voce, visibilità e speranza a chi, facente parte di un popolo di ;
Santi, artisti, naviganti ed eroi, non se la sente di lasciare il passo al
“made in Cina”, “Taiwan” o chicchessia, perché
l’Italia è, è stata e sarà un punto assoluto, inimitabile ed imbattibile di
qualità assoluta soprattutto in ambito enologico ed agro-alimentare!
Qui in
Italia abbiamo persone come Samuele (dell'Azienda Agricola "Il Calamaio") o Paolo dell'omonima Azienda Agricola, che credono veramente nei loro prodotti e si impegnano quotidianamente affinchè innovazione e tradizione cooperino con lo scopo di tramandare e far conoscere saperi e sapori che non sempre
riusciamo a cogliere e conoscere e riconoscere. Anche questa volta, secondo noi, ci siamo
riusciti e vi vogliamo rendere partecipi delle ECCELLENZE che ci circondano e
che spesso, anche se a noi vicine, preferiamo non cercare e scegliamo di
avvalerci di prodotti scadenti, che vengono da lontano e che, magari, non sono
anche il massimo per la nostra salute.
A tal
riguardo credo opportuno rimandare ad una parte della lettera che il bravo
Paolo Cassini scrive nel suo sito: "In Liguria, e non solo qui, produrre
olio di alta qualità costa parecchio: potatura, concimazione, pulizia del
terreno, irrigazione, bacchiatura, il frantoio, ecc.
Sono lavori
che richiedono tempo e fatica e vengono svolti quasi sempre manualmente, senza
l'ausilio di mezzi meccanici: è impensabile produrre un olio Extra Vergine
d'Oliva a pochi euro al litro, quando le sole spese di coltivazione e
trasformazione del prodotto possono raggiungere anche i 10 euro al litro. Le
conclusioni sono ovvie...".
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